La fine del consumo di carne di cane in Corea del Sud: una svolta storica!
Nella Corea del Sud, una recente legge ha posto fine a una tradizione antica, ponendo una data di scadenza entro tre anni per la chiusura o la riconversione dei ristoranti e allevamenti che praticano la macellazione di cani per consumo alimentare.
Questa decisione segna un punto di svolta in una pratica che coinvolge oltre 30 milioni di cani ogni anno solo in Asia.
Gli antropologi e gli esperti cercano di comprendere l'evoluzione di questa pratica nel corso dei secoli.
Se in passato i cani venivano utilizzati per caccia e pastorizia, negli ultimi anni si è sviluppato un rapporto più intimo con questi animali, considerati a tutti gli effetti membri della famiglia in molte società.
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Tuttavia, in altre culture, il consumo di carne di cane è ancora culturalmente accettato.
Il cambiamento di prospettiva in Corea del Sud è influenzato dall'evoluzione economica del paese.
L'aumento del reddito ha portato a una maggiore attenzione per il benessere degli animali, rendendo il consumo di carne di cane sempre meno accettabile, soprattutto rispetto agli standard occidentali.
Nonostante resistenze da parte di settori conservatori, la recente legge rappresenta un passo avanti significativo.
Le motivazioni dietro l'abbandono del consumo di carne di cane includono considerazioni ecologiche ed economiche.
Dal punto di vista ambientale, il consumo di carnivori come i cani richiede risorse significative e non è sostenibile. Inoltre, la carne di cane non è considerata particolarmente gustosa, poiché gli animali destinati al consumo umano sono generalmente giovani e poco attivi.
Questo cambiamento in Corea del Sud riflette una tendenza globale: altri Paesi asiatici come Hong Kong, India, Filippine, Singapore, Taiwan e Thailandia hanno recentemente vietato il consumo di carne di cane. Anche nei Paesi in cui il consumo è ancora legale, si registra una diminuzione della sua presenza nella dieta.
In conclusione, l'eliminazione graduale del consumo di carne di cane rappresenta un segno dei tempi, riflettendo cambiamenti culturali e di percezione sempre più diffusi nei confronti degli animali.